“… La correzione degli altri presuppone saggezza nel regolare modi e tempi di intervento, sensibilità e attenzione. Correggere è, prima che un dovere, un debito d’amore. Bisogna quindi modulare il cuore sull’accoglienza più che sul giudizio, non avanzare aspettative ma adeguarsi agli stati d’animo dell’altro. Tuttavia bisogna anche trovare il coraggio di dire la verità con amore. Un amore che copre la verità a chi preferisce non riconoscerla, che amore è? Copre un burrone in cui prima o poi l’altro cadrà. La verità è sempre un bene inestimabile.
Ogni situazione quindi va affrontata con coraggio e prudenza nello stesso tempo: verità e giustizia vanno onorate senza pretese ma con franchezza. Attendi il momento opportuno, affinché non sia vanificato il tuo intervento. Se proprio è il caso di tacere, il tuo sia un silenzio che marchi la parola non detta. In cuor tuo invoca ciò che è bene. Pensare e desiderare che il bene trionfi favorisce il suo compimento. Quando poi sarà possibile parlare, ricorda sempre di far precedere il cuore. La verità detta da un cuore sensibile e attento non è una spada che ferisce, ma un abbraccio che avvolge. E allora viene accolta. …”