La soggezione a Dio è intrinseca alla nostra natura spirituale

La soggezione a Dio è intrinseca alla nostra natura spirituale

“… Allontana da te l’insinuoso sospetto che sottometterti a Dio possa privarti di qualcosa. La soggezione a Dio non è un atto che limita ma un bene che produce bene. Limitazione semmai accusiamo quando il nostro spirito vuole opporsi alla verità che gli è superiore e da cui esso stesso deriva. Da questo contrasto nasce quella sofferenza che ci fa avvertire il disagio della rinuncia e della limitazione.

A cosa dovrà mai rinunciare chi vive in Dio che è tutto? Piuttosto è la terra che attira a sé e, nel momento in cui viene arginata, rivendica ciò che le appartiene. Questo spiega l’attrito fra la volontà di Dio e la nostra quando ci lasciamo condizionare dai legami terreni.
Dobbiamo saper coniugare in noi stessi la natura e lo spirito, consapevoli che è lo spirito ad animare la natura e a sovrastarla, proprio a causa della sua sostanza eterna.

Nella preghiera l’uomo infatti quando si pone nella disposizione di fede e di amore innocente può trovare il miele dell’anima, il profumo dei prati in fiore, la gioia che nessuna cosa o persona creata può donare. Perché ciò accada, è necessario che egli, inserendosi nella preghiera, eserciti in se stesso l’annullamento delle paure, rinasca nello spirito e viva di esso, pur non trascurando i beni materiali e non isolandosi, ma vivendo nel mondo con la preghiera nel cuore.

Chi vive pregando, in questa condizione d’anima, vive con equilibrio, poiché ricompone ogni volta in sé i propri elementi vitali ognuno nel suo ruolo di sostanza. Quando le problematiche terrene rischiano di coinvolgerlo, egli sa distaccarsene con la fede sostenuta dall’incandescenza coltivata del suo amore per Dio. Subito egli recupera nell’intimo la pace in un’ottica di valutazione che supera il transitorio e lo vede già passato prima ancora che passi. Tale distacco egli ripropone sempre in se stesso e gli si rivela un’azione salutare, i cui benefici sono immediati e durevoli. Come vedi, essendo la sottomissione a Dio iscritta nella nostra natura spirituale, aderirvi con la nostra volontà non può che giovarci. …”