“… L’odierna vita frenetica induce più al nervosismo che alla calma, più all’efficienza che alla riflessione. Oggi l’uomo,pur fra tante comodità , sta molto scomodo dentro se stesso al punto da star male e non trovare più riposo in nulla. E ciò che è ancora peggio è il fatto che fra la corsa dietro tante cose non tutte necessarie,non tutte essenziali, egli perde il senso della propria vita, non riconosce più il valore dei giorni che gli sono dati da vivere, non si rende conto della direzione verso cui sta andando. Egli dipende in tutto dall’esterno e in tal modo diventa sempre più vulnerabile. Gli pare d’aver tutto ma dentro di sé scava un vuoto sempre più profondo poiché egli in realtà vive fuori da sé.
Da questa realtà venutasi a creare deriva come conseguenza che si diventa distratti anche dai rapporti umani più prossimi che sono quelli più esigenti, dove uno si aspetta dall’altro considerazione e ascolto.
Come sappiamo, le attese disattese nella sfera affettiva creano ferite interne che con il tempo invece di cicatrizzarsi si estendono.
Stiamo quindi attenti a curare momenti di incontro condiviso all’interno delle nostre case, a favorire l’apertura a tempi di confidenza, a non sfuggire gli sguardi ma a cercarli. Parliamo con il cuore in mano, non con le pretese della ragione. Se stiamo attenti e perseveranti, a poco a poco recupereremo i necessari spazi affettivi. …”