San Giuseppe da Copertino

San Giuseppe da Copertino

San Giuseppe da Copertino è un santo davvero singolare. È conosciuto come il Santo dei voli a motivo delle sue estasi che lo rapivano al punto da farlo rimanere sospeso in aria. È noto anche come protettore degli studenti. Infatti, nonostante non avesse l’attitudine allo studio, si ostinò a volere diventare sacerdote, e ci riuscì.
Nacque in una stalla, a Copertino nel 1603. La sua famiglia era molto povera ma lui ebbe un’ottima educazione religiosa da parte della mamma. A diciassette anni era deciso a diventare un religioso. I Frati Minori lo rifiutarono perché troppo ignorante. I Cappuccini lo accettarono come converso ma, trovandolo assai maldestro, lo allontanarono. Egli ne soffrì molto. Anche in famiglia non ebbe accoglienza, finché i Frati Minori del convento della Grottella lo accolsero per custodire una mula. Toccati dalla sua pietà e obbedienza, lo fecero converso e gli restituirono l’abito francescano. Frate Giuseppe voleva però diventare prete. Studiò per diversi anni ma di tutte le scritture riusciva a commentare soltanto una frase. All’esame di diacono il Vescovo, aperto il Vangelo, lesse proprio quella frase e Giuseppe fu promosso. Doveva però affrontare ancora un esame più impegnativo. Accadde che i compagni che sostennero tale esame prima di lui fossero così ben preparati che il Vescovo promosse, in massa, anche tutti gli altri. Fu così che Giuseppe da Copertino tornò al convento della Grottella questa volta sacerdote.
La sua semplicità non cambiò ma la sua santità fu sempre maggiore. Presto divenne protagonista di fatti eccezionali. Le sue estasi e i suoi voli divennero per tanti causa di attrazione, ma per lui motivo di grandi sofferenze. A trentacinque anni fu sottoposto a un processo ecclesiastico e nel 1638 Urbano VIII chiese di assistere alle sue estasi e ne restò profondamente toccato. I giudici, pur ammirandone la vita santa, per prudenza lo vollero isolare dalla gente. Giuseppe obbediva senza lamentarsi ma, dovunque veniva trasferito, la sua presenza a motivo dei fatti prodigiosi richiamava una straordinaria folla di popolo. Passò la vita trasferendosi da una città a un’altra: Roma, Assisi, Fossombrone, Pietrarubia, finché finalmente il Papa concesse ai Frati Minori conventuali di riaverlo con loro. Morì nel convento di Osimo, ultima tappa della sua vita a sessant’anni.
Il suo esempio ci mostra quanto attiri l’anima a Dio una vita virtuosa vissuta nell’umiltà e nell’obbedienza.
La sua memoria ricorre il 18 settembre.

CANTICO DEL BENE di San Giuseppe di Copertino
Chi fa ben sol per paura
non fa niente e poco dura.
Chi fa ben sol per usanza
se non perde poco avanza.
Chi fa ben come per forza
lascia il frutto e tien la scorza.
Chi fa ben qual sciocco a caso
va per l’acqua senza vaso.
Chi fa ben per parer buono
non acquista altro che suono.
Chi fa ben per vana gloria
non avrà giammai vittoria.
Chi fa ben per avarizia
cresce sempre più in malizia.
Chi fa ben con negligenza
perde il frutto e la semenza.
Chi fa ben all’indiscreta
senza frutto mai s’acquieta.
Chi fa ben solo per gusto
mai sarà santo né giusto.
Chi fa ben sol per salvarsi
troppo s’ama e non sa amarsi.
Chi fa ben per puro amore
dona a Dio l’anima e il core
e qual figlio e servitore
sarà unito al suo Signore.
Gesù dolce Salvatore
sia lodato a tutte l’ore,
il supremo e gran motore
d’ogni grazia donatore.
Amen