Tutti conoscono Santa Bernadette Soubirous perché tutti conoscono Lourdes, luogo di continui pellegrinaggi, miracolose guarigioni e clamorose conversioni.
Si chiamava Maria Bernarda ed era nata nel 1844 a Lourdes nella Francia meridionale. Era figlia di un mugnaio che presto dovette abbandonare il proprio mulino e vivere di stenti. Nella fredda mattina dell’11 febbraio del 1858 in casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernadette con la sorella Antonietta e una compagna furono mandate a cercare rami secchi nei dintorni del paese. Le tre fanciulle giunsero vicino alla rupe di Massabielle, che formava dalla parte del fiume una piccola grotta. Bisognava attraversare un canale d’acqua che veniva da un mulino e si gettava nel fiume. Mentre le compagne a piedi nudi l’attraversarono celermente, Bernadette, che soffrendo d’asma portava calze spesse, si attardò. Fu così che si volse verso la grotta, attratta da una folata di vento. La vide illuminarsi e apparirvi una splendida Signora che lei chiamerà “la bella signora” e che descriverà “vestita di bianco, un un nastro celeste annodato alla vita, le cui estremità erano lunghe fin quasi ai piedi”. Ben diciotto volte la Madonna è apparsa a Bernadette nella grotta di Massabielle. Recitavano insieme il rosario. Bernadette racconta: “Quando io recitavo la corona la Bianca Signora faceva scorrere i grani fra le Sue dita. Al Gloria Patri univa la sua voce alla mia”. Alla nona apparizione, quella del 25 febbraio del 1858, la Madonna indica a Bernadette il luogo della sorgente di quell’acqua che si rivelerà miracolosa. Alla sedicesima apparizione, quella del 25 marzo del 1858, data in cui la Chiesa ricorda l’annunciazione della Beata Vergine Maria, la “bella Signora” rivelerà il suo nome: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Quattro anni prima Papa Pio IX aveva dichiarato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, ma Bernadette non poteva saperlo. Il 16 luglio del 1858, festa della Madonna del Carmelo, Bernadette vedrà la Madonna in questa terra per l’ultima volta e dirà: “Non l’ho mai vista così bella!”
I miracoli alla grotta si moltiplicano. Bernadette, prima inquisita e minacciata insieme alla sua famiglia, ora è divorata dalle attenzioni e dalla curiosità della gente. Dopo sei anni trascorsi all’ospizio delle suore di Nevers, Bernadette matura la sua vocazione religiosa.
Si ritirerà definitivamente nel Convento delle Suore della Carità di Nevers dove, stremata di forze per l’asma, la tubercolosi e il tumore osseo al ginocchio, morirà il 16 aprile del 1879.
Il suo corpo, riesumato dopo trent’anni, non mostrò alcun segno di decomposizione. Era intatto, mentre il rosario era arrugginito e le vesti umide. Le suore lavarono il corpo di Bernadette e lo collocarono in una nuova bara. Nella seconda ricognizione del 3 aprile del 1919 e nella terza del 18 aprile del 1925 il corpo di Bernadette manifestò ancora lo stesso incredibile stato di conservazione. In particolare in quest’ultima occasione si procedette all’analisi chimica di alcune particelle del fegato e dei muscoli, le quali non manifestarono alcun processo di putrefazione, risultando ottimamente conservati.
Il 3 agosto del 1925 l’urna contenente il corpo intatto di Bernadette è stata esposta nella cappella di Nevers alla venerazione dei fedeli.
La sua memoria ricorre il 16 aprile.
Per tratteggiare brevemente i lineamenti dell’anima di Santa Bernadette, riportiamo alcune espressioni tratte dai suoi scritti. A proposito della comunione eucaristica scrive: “La croce diventava più leggera e le sofferenze dolci, quando pensavo che avrei avuto la visita di Gesù e l’insigne favore di possederlo nel mio cuore, Lui che viene a soffrire con quelli che soffrono, a piangere con quelli che piangono. Dove trovare un amico che sappia compatire e nello stesso tempo addolcire i nostri dolori quanto Gesù? È prerogativa di Gesù e di Gesù solo. Amiamolo e attacchiamoci a Lui con tutto il nostro cuore” (Dalla lettera alla sorella Maria del 28 aprile del 1873).
Fra le sue preghiere: “L’amore di Nostro Signore sarà il coltello per tagliare e far scomparire l’albero dell’orgoglio e le sue cattive radici. Più io mi abbasserò, più crescerò nel Cuore di Gesù”. “Gesù mio, nascondetemi nel vostro Sacro Cuore. Qui, nel Cuore di Gesù, io voglio imparare a soffrire ed amare. Nel Cuore di Gesù io troverò la dolcezza e la pazienza nella desolazione, nel Cuore di Gesù troverò la vera consolazione”. “Oh Divin Gesù, imprimi nel mio cuore quel sentimento di uno degli innamorati della tua croce che aveva l’abitudine di dire che, se dopo averti servito per cent’anni tu gli facessi la grazia di soffrire solamente un’ora per amor tuo, riterrebbe che tutti i suoi servizi sarebbero fin troppo ben ricompensati”.
Dalle note intime: “Non passerò un istante senza amare. Colui che ama fa tutto senza fatica, oppure ama la sua fatica”.