Santa Rita da Cascia

Santa Rita da Cascia

Santa Rita, la santa dell’impossibile invocata in tutto il mondo, è modello di donna, di sposa e di madre ma soprattutto è un grande modello di credente.

Fanciulla di Roccaporena, nonostante sentisse fortemente la propria vocazione religiosa, sposò Paolo Di Ferdinando per obbedienza agli anziani genitori. Siamo nel periodo dello Scisma d’Occidente (1378-1417), che vide a Cascia fronteggiarsi Guelfi e Ghibellini per il controllo della città. Ferdinando era un uomo d’armi, inquieto o collerico. Rita con molta fatica e preghiere ottenne la sua conversione. Ma intorno a lui continuavano le antiche inimicizie e fu così che Paolo, considerato un traditore, una sera fu trovato ucciso sul margine di una strada. I due giovani figli, fomentati dai familiari del padre, meditarono la vendetta. Rita tentò invano di dissuaderli. Accortasi di non riuscire a fermarli, chiese al Signore di prenderli, purché non si macchiassero di una colpa così grave. Fu accontentata. Persi i figli, Rita cadde in un profondo sconforto e offrì le sue sofferenze per la salvezza eterna dei suoi cari.
Dopo tanti rifiuti, venne accettata dalla suore Agostiniane del Monastero di Cascia, essendo stata introdotta dentro le porte ben serrate del Monastero miracolosamente dal Battista, da Sant’Agostino e da Nicola da Tolentino. In quel Monastero fu la suora del dolore, la mistica innamorata del Crocifisso. Un giorno, mentre pregava più intensamente, in uno slancio di unione alle sofferenze di Cristo, sentì penetrare con dolore nella fronte una spina dalla corona del Salvatore. Tale spina aprì una piaga penosa che la segnò per quattordici anni, fino alla morte che avvenne nel 1457.

Attorno a Santa Rita sono fioriti numerosi miracoli, sia prima che dopo la morte, rendendola un riferimento, una protezione sicura per tutti quelli che nella sofferenza l’invocano con fiducia.

La sua memoria ricorre il 22 maggio.