Vivi da figlio

Vivi da figlio

“… Troppo spesso noi abitiamo interiormente nelle nostre ansie. Troppo spesso ci nutriamo di apprensione. Non è il nutrimento a cui siamo destinati, né tale abitazione interiore è quella idonea alla nostra identità di creature. Essere creature vuol dire infatti respirare il creato, prendere parte alle sue armonie e infine riconoscersi custodi e collaboratori intelligenti di tutta la creazione. Ora, se la creazione è l’opera munifica del Creatore, noi che ne siamo l’espressione più nobile dobbiamo immergerci nella logica che la anima. E qual è tale logica? Quella della mente di Dio che è mossa dall’amore, un amore che è appunto nell’ordine della perfezione dell’Essere. Quindi, per “essere” noi a nostra volta, non ci resta che immergerci nell’Essere e divenirne fruitori e trasmettitori. Ma, perché ciò avvenga, dobbiamo vivere in Dio e comunicare con Lui attraverso la preghiera, facendo nostro il suo linguaggio e lasciandoci condurre dalla sua mano invisibile e certa. Pregare nella giusta disposizione d’anima induce ad una serena dimensione di vita.

La continuità della luce in ogni anima vive nell’essenza dell’amore che sale fino al Padre, dopo esserne disceso e avere avuto conoscenza nel nostro piccolo cuore di carne.
È una comunicazione che potremmo definire musicale, con una circolarità discendente e ascendente fra Padre e figli. Essere liberi in tale luce dona l’espressione dell’amore eterno. …”